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Rallenta l’economia dei Paesi Ue: l’immobiliare rischia l’effetto domino

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Nubi sull’Europa, rischio temporali sull’immobiliare del Vecchio Continente. 
Brusco cambio di rotta infatti in Eurozona, che alla fine del terzo trimestre mostra segni di indebolimento in termini di crescita economica, con tutte le ricadute che questo vuol dire sul mercato residenziale, su quello dei grossi deal del real estate (uffici, centri commerciali e così via) e ancora prima sull’edilizia dei cantieri. 
Tutti settori destinati a subire, con un effetto domino, il peggioramento del quadro economico complessivo.  
Lo stato di salute dei Paesi Europei lo misura un’indagine condotta da Markit secondo cui – pur con un forte incremento della produzione e dei nuovi ordini – l’economia della zona Euro di settembre ha segnato il tasso di crescita più basso degli quattro mesi. 

Questi i dati principali, che vedono l’Italia sistematicamente tra i Paesi “a segno meno”: l’Indice Markit PMI della Produzione Composita si è infatti posizionato a quota 53,6 punti, in ribasso rispetto ai 54,3 di agosto ed al di sotto di una precedente stima a quota 53,9. 
Il tasso medio di espansione del terzo trimestre, dopo la flessione di settembre, non è riuscito quindi ad aggunatare la ripresa, ripiegando verso il basso.
Rallentamenti anche in Germania, Spagna e Italia. Non delude la Francia, dove settembre segna il record di espansione sugli ultimi tre mesi.
Sul fronte occupazionale, settembre ha visto gli occupati aumentare per l’undicesimo mese consecutivo, nonostante il tasso di crescita degli organici sia rallentato toccando il valore più basso da gennaio. 
L’occupazione è aumentata in Spagna, Irlanda e Germania. 
In Francia ed in Italia l’occupazione risulta invece diminuita.
L’Indice delle Attività Terziarie in Eurozona, sempre di settembre, ha segnato 53,7 punti, minimo su sette mesi e inferiore alla precedente stima flash di 54. L’indice ha indicato un’espansione in ciascuno dei 26 mesi scorsi, con l’ultimo tasso di crescita al di sopra della media dell’intera sequenza.
L’espansione più netta si è avuta in Irlanda, con la Spagna in seconda posizione (dopo il forte rallentamento della crescita che ha toccato i minimi su nove mesi).  
Anche in Germania e in Italia la crescita ha subito una decelerazione toccando i minimi su due mesi, ma ha segnato valori più alti in Francia.
“L’indebolimento del tasso di espansione di settembre aumenta il rischio che la crescita perda ancora più vigore nel quarto trimestre, aumentando la probabilità che la BCE apra ulteriormente i rubinetti del quantitative easing”. ha spiegato Chris Williamson, Chief Economist di Markit.

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