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Puglia: 700 persone in cura contro la dipendenza da gioco d’azzardo

gioco d' azzardo

In Puglia sono 900 i cittadini seguiti annualmente dai Servizi per le dipendenze patologiche dal 2016 al 2019, con una discesa a 700 nel biennio 20/21 composto da 500 pazienti

In Puglia sono 900 i cittadini seguiti annualmente dai Servizi per le dipendenze patologiche dal 2016 al 2019, con una discesa a 700 nel biennio 20/21 composto da 500 pazienti e 200 nuovi ingressi, sempre influenzati dall’impatto Covid.

“Coloro che si rivolgono ai servizi di cura dedicano sempre più tempo e denaro nel gioco, rivelando una problematicità che nel tempo evolve verso la dipendenza – spiega Margherita Taddeo, referente scientifica della Regione Puglia per il disturbo da gioco d’azzardo e componente dell’Osservatorio nazionale per il contrasto presso il ministero della Salute -. Ci sono alcune condizioni neurobiologiche che favoriscono l’insorgenza della dipendenza, nello specifico una vulnerabilità individuale come un’alterazione dei sistemi di gratificazioni e un ambiente familiare tollerante verso il comportamento di gioco. Rispetto al passato il controllo parentale è aumentato perché sono diventate sempre più visibili le conseguenze dannose della dipendenza da gioco: dalle separazioni, alla perdita del lavoro ai fallimenti e altre situazioni drammatiche. L’arco di tempo in cui la dipendenza da gioco si sviluppa oggi è molto più rapido rispetto al passato, in stretta correlazione alla facilità di accesso al gioco in qualunque momento della giornata, soprattutto se pensiamo all’online e alla velocità con cui si consumano i giochi stessi”.

Secondo i dati provenienti dalle Asl pugliesi l’utente tipo è di sesso maschile (il 91 per cento) con una prevalenza del fenomeno nella fascia d’età che va dai 20 ai 54 anni. Mentre nei soggetti di sesso femminile il disturbo compare e va via via sempre crescendo a partire dai 30 anni. “Ma in realtà sono tante anche le donne che giocano. – continua la dottoressa Taddeo – Molto spesso è la famiglia che chiede aiuto e quasi sempre a farlo sono le moglie e le compagne. È più raro che si avvicinino gli uomini per aiutare le partner e inoltre le donne evidenziano timori più forti nell’apparire cattive madri o cattive mogli a causa di questa dipendenza”.

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