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Orologio della fine del mondo: siamo a 100 secondi dalla mezzanotte

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Nel dicembre del 1945, appena terminata la Seconda Guerra Mondiale, nella prima edizione in bianco e nero di sole 6 pagine del Bulletin of the Atomic Scientists, pubblicata dopo che la tragedia nucleare di Hiroshima e Nagasaki aveva posto fine al conflitto e avviato la Guerra Fredda, si prevedeva che la bomba atomica sarebbe stata «solo il primo di molti regali pericolosi che usciranno dal vaso di Pandora della scienza moderna». Ora, mentre il mondo si prepara a celebrare il 75esimo anniversario della fine di quella tragedia globale e del nazifascismo, secondo il “2020 Doomsday Clock Statement”, pubblicato dallo Science and Security Board Bulletin of the Atomic Scientists, siamo appena a 100 secondi dalla mezzanotte e il vaso di Pandora è aperto e forse in pezzi.

Infatti il Doomsday Clock, che simboleggia i pericoli più gravi che affliggono l’umanità, è ora più vicino alla mezzanotte che in qualsiasi momento dalla sua creazione nel 1947. Il Security Board Bulletin of the Atomic Scientists e il suo Bulletin’s Board of Sponsors, del quale fanno parte 13 premi Nobel, , ha spostato in avanti le lancette dell’orologio del giudizio universale da due minuti a mezzanotte a 100 secondi a mezzanotte e spiega che «Per sottolineare la necessità di agire, il tempo sul Doomsday Clock è ora espresso in pochi secondi, anziché in pochi minuti».

In 3 degli ultimi 4 anni il Doomsday Clock si è avvicinato sempre più alla mezzanotte a mezzanotte: le sue lancette sono rimaste ferme nel 2019, ma nel 2018 erano state portate avanti di 30 secondi, fino a 2 minuti alla mezzanotte. Nel 2017 era a 2 minuti e mezzo a mezzanotte e prima ancora a 3 minuti.

Il Doomsday Clock statement evidenzia tre fattori cruciali in forte peggioramento:

Armi nucleari. «Nel dominio nucleare, nel corso dell’ultimo anno i leader nazionali hanno posto fine a o minato diversi importanti trattati e negoziati sul controllo degli armamenti, creando un ambiente favorevole a una rinnovata corsa agli armamenti nucleari, alla proliferazione delle armi nucleari e alla riduzione degli ostacoli alla guerra nucleare. I conflitti politici relativi ai programmi nucleari in Iran e in Corea del Nord rimangono irrisolti e, semmai, stanno peggiorando. La cooperazione Usa-Russia sul controllo degli armamenti e sul disarmo è quasi inesistente».

Cambiamento climatico. Nel corso del 2019, la consapevolezza dell’opinione pubblica della crisi climatica è cresciuta, in gran parte grazie alle proteste di massa da parte dei giovani di tutto il mondo. Allo stesso modo, l’azione governativa sui cambiamenti climatici non è ancora all’altezza della sfida da affrontare. A meeting climatici dell’Onu dell’anno scorso, i delegati nazionali hanno tenuto discorsi eccellenti ma hanno presentato pochi piani concreti per limitare ulteriormente le emissioni di biossido di carbonio che stanno sconvolgendo il clima terrestre. Questa limitata risposta politica è arrivata durante un anno in cui gli effetti dei cambiamenti climatici causati dall’uomo si sono manifestati con uno degli anni più caldi mai registrati, con estesi incendi e lo scioglimento più rapido del previsto del ghiaccio dei ghiacciai».

Disinformazione cyber-based. «La continua corruzione dell’ecosfera dell’informazione da cui dipendono la democrazia e il processo decisionale pubblico ha aumentato le minacce nucleari e climatiche. Nell’ultimo anno, molti governi hanno utilizzato campagne di cyber-enabled disinformation per seminare sfiducia nelle istituzioni e tra le nazioni, minando gli sforzi nazionali e internazionali per favorire la pace e proteggere il pianeta».

Nella preoccupatissima dichiarazione del Bulletin of the Atomic Scientists si legge: «L’’umanità continua ad affrontare due pericoli esistenziali simultanei – la guerra nucleare e i cambiamenti climatici – che sono aggravati da un moltiplicatore di minacce, una cyber-enabled information warfare che indebolisce la capacità della società di rispondere . La situazione della sicurezza internazionale è terribile, non solo perché esistono queste minacce, ma perché i leader mondiali hanno permesso che le infrastrutture politiche internazionali che dovevano gestirle si erodessero»

Rachel Bronson, presidente e CEO del Bulletin of Atomic Scientists, ha detto: «Mancano 100 secondi a mezzanotte. Ora stiamo esprimendo la vicinanza del mondo alla catastrofe in pochi secondi, non in ore o addirittura minuti. E’ quanto di più vicino alla fine del mondo di quel che abbiamo mai visto nella storia del Doomsday Clock. Ora affrontiamo una vera emergenza: uno stato assolutamente inaccettabile delle questioni mondiali che ha eliminato qualsiasi margine di errore o ulteriore ritardo».

Il presidente esecutivo del Bulletin of the Atomic Scientists, l’ex governatore della California Jerry Brown, ha sottolineato che «La pericolosa rivalità e l’ostilità tra le superpotenze aumenta la probabilità di errori nucleari. I cambiamenti climatici aggravano la crisi. Se c’è mai stato un momento per svegliarsi, è ora».

Per la prima volta, gli esperti del Bulletin of the Atomic Scientists hanno spostato avanti le lancette l’orologio del giorno del giudizio universale insieme ai The Elders, e l’ex segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon, vicepresidente di questo gruppo di leader globali indipendenti che lavorano insieme per la pace e i diritti umani fondato da Nelson Mandela nel 2007, ha dichiarato: «Condividiamo la preoccupazione comune per il fallimento del sistema multilaterale nell’affrontare le minacce esistenziali che abbiamo davanti Dal ritiro degli Stati Uniti dall’Accordo di Parigi e dall’accordo sul nucleare iraniano, allo stallo delle trattative sul disarmo nucleare e alla divisione nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, i nostri meccanismi di collaborazione vengono indeboliti quando ne abbiamo maggiormente bisogno».

Per questo il Doomsday Clock statement identifica anche le possibili azioni per riportare indietro le lancette dell’orologio, a cominciare dal fatto che i leader di Usa e Russia dovrebbero tornare al tavolo dei negoziati per: ripristinare l’Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty (Trattato INF) o intraprendere altre azioni per frenare una corsa agli armamenti nucleari dei missili a medio raggio; estendere i limiti del New START oltre il 2021; puntare a ulteriori riduzioni delle armi nucleari; discutere un abbassamento dello stato di allerta degli arsenali nucleari di entrambi i Paesi; limitare i programmi di modernizzazione nucleare che minacciano di creare una nuova corsa agli armamenti nucleari; avviare colloqui sul cyber warfare, le difese missilistiche, la militarizzazione dello spazio, la tecnologia ipersonica e l’eliminazione delle armi nucleari dal campo di battaglia.

Per quanto riguarda il clima, «I Paesi del mondo dovrebbero ridedicarsi pubblicamente a rispettare l’obiettivo per la temperatura dell’accordo sul clima di Parigi, che limita il riscaldamento “ben al di sotto” di 2 gradi Celsius rispetto al livello preindustriale. Tale obiettivo è coerente con le opinioni condivise sulla scienza climatica e che, nonostante l’azione climatica fino ad oggi sia stata inadeguata, potrebbe restare davvero a portata di mano se verranno intrapresi prontamente cambiamenti importanti nel sistema energetico mondiale e nell’uso del suolo. Se questo obiettivo deve essere raggiunto, i Paesi industrializzati dovranno frenare rapidamente le emissioni, andando oltre le loro promesse iniziali e inadeguate e supportando i Paesi in via di sviluppo in modo da poter superare i modelli ristretti e ad alta intensità di combustibile fossile precedentemente perseguiti dai Paesi industrializzati».

Sul tema caldo del nucleare iraniano che sembra quello più a rischio di scatenare una guerra globale, «Gli Stati Uniti e altri firmatari dell’accordo sul nucleare iraniano possono collaborare per limitare la proliferazione nucleare in Medio Oriente. L’Iran è pronto a violare i limiti chiave dell’accordo».

Inoltre, gli Atomic Scientists sono convinti che «La comunità internazionale dovrebbe iniziare discussioni multilaterali volte a stabilire norme di comportamento, sia nazionali che internazionali, che scoraggino e penalizzino l’abuso della scienza. La scienza fornisce al mondo un riflettore nei tempi nebbiosi e di confusione. Inoltre, è necessario focalizzare l’attenzione per impedire alla tecnologia informatica di minare la fiducia dell’opinione pubblica nelle istituzioni politiche, nei media e nell’esistenza della realtà oggettiva stessa. La cyber-enabled information warfare è una minaccia per il bene comune. Le campagne ingannevoli – e i leader che vogliono confondere il confine tra realtà e fantasia politicamente motivata – rappresentano una profonda minaccia per delle democrazie efficaci, riducendo la loro capacità di affrontare le armi nucleari, i cambiamenti climatici e altri pericoli esistenziali». E ogni riferimento a Trump, Bolsonaro, Putin, Salvini e i leader della neodestra sovranista, ai dittatori di ogni risma e all’islamo-fascismo è voluto.

La presidente di The Elders Mary Robinson, ex presidente dell’Irlanda ed ex alto commissario Onu per i diritti umani, ha concluso: «Chiediamo ai leader mondiali di unirsi a noi nel 2020 mentre lavoriamo per portare indietro dal baratro l’umanità. Ora, il Doomsday Clock si trova a 100 secondi dalla mezzanotte, la situazione più pericolosa che l’umanità abbia mai affrontato. Ora è il momento di metterci insieme, di unirci e di agire».

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