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Casa, il prefetto: “A Roma nel 2015 ci saranno 7mila sfratti”

sfratti romaPecoraro: “Emergenza abitativa non si risolve con la proroga”. Domani alla Camera manifestazione dell’Unione inquilini. Prosegue l’occupazione dell’Anagrafe centrale

“A Roma si prevede che anche quest’anno andremo oltre i 7 mila sfratti”. A dirlo è il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, al termine dell’audizione in commissioni riunite, Affari Costituzionali e Bilancio alla Camera, sul decreto Milleproroghe. numeri che mettono in allerta gli inquilini in difficoltà. Secondo quanto riferito dal prefetto, “gli sfratti nella capitale nel 2013 sono stati 6299, mentre nei primi 6 mesi del 2014 più di 3500″. “E’ necessario tener conto politicamente di questo dato – ha detto – la proroga degli sfratti non è sufficiente da sola, è un provvedimento tampone”.

Era stato il neo assessore alle Politiche sociali di Roma capitale, Francesca Danese, assieme ai suoi colleghi di Milano e Napoli ad appellarsi al ministro Maurizio Lupi per chiedere lo stop il prossimo anno gli sfratti. Secondo Pecoraro la “proroga da sola non risolve il problema, serve una legge che riguardi gli alloggi popolari su cui va avviato un censimento e un rinnovo dei fondi per la morosità incolpevole”.

Su quest’ultima, Pecoraro ha aggiunto che si tratta di “un percorso giusto, che anche noi stiamo perseguendo facendo sapere in giro della possibilità di poter accedere a dei fondi ma forse andrebbe potenziata la comunicazione perché al momento sono infatti pervenute solo 120 domande, che sono poche, ci sono altri 20 giorni prima che scada”. “Il ministro Lupi – ha aggiunto – ha fatto un decreto che, giustamente, ha aperto il problema dell’emergenza abitativa. Va probabilmente completato tenendo conto delle vendite che vengono fatte dagli enti previdenziali e che la crisi economica continua. Bisogna trovare un equilibrio tra i proprietari, che giustamente hanno i loro diritti, e gli inquilini che non sono più in grado di pagare una casa”.

Intanto si moltiplicano le adesioni alla manifestazione convocata per domani, martedì 20 gennaio, dalle 10 alle 13 davanti alla Camera dei Deputati dall’Unione inquilini di Roma per chiedere “la proroga sfratti, il passaggio da casa a casa e un vero piano casa che garantisca il diritto alla casa”. In piazza ci saranno associazioni, comitati di lotta per la casa, urbanisti, rappresentanti locali di Sel e del Pd.
La rete romana delle Agenzie per i diritti scrive: “Drammaticamente i dati dell’emergenza abitativa nella nostra città parlano di 17.000 sfratti tra quelli eseguiti, in esecuzione e da eseguire; le stime parlano di 1 sfratto ogni 240 famiglie a Roma, ovvero  1/5° delle famiglie romane. Il Ministro Lupi dimostra cecità quando afferma di aver risolto l’emergenza abitativa con i fondi per la morosità incolpevole, poiché essi coprono solo il 20% delle richieste sul territorio nazionale e che, almeno su Roma, a distanza di un anno, nessuno ancora ha beneficiato della legge. Non concedere la proroga degli sfratti, anche per morosità, significa non voler guardare la realtà dei fatti. I numeri però sono chiari e dietro ciascun numero si rivela una famiglia che ha redditi bassi o esigui, che ha perso il lavoro, in cui sono presenti anziani, minori, portatori di handicap, gravi malati terminali. A tutto questo si aggiunge la mancanza di una politica di assistenza per chi subisce le conseguenze degli sfratti, ed il completo stallo nell’incentivazione dell’edilizia residenziale pubblica e nell’assegnazione di case popolari”.

E a oltranza va avanti anche l’occupazione dell’Anagrafe di via Luigi Petroselli, iniziata martedì 13 gennaio dai Movimenti per il diritto all’abitare. “Abbiamo avuto contatti con lo staff dell’assessore comunale alle Politiche abitative Francesca Danese – spiegano i Blocchi Precari Metropolitani – per ottenere un incontro con il Campidoglio, possibilmente il sindaco Ignazio Marino, e il prefetto Giuseppe Pecoraro sull’emergenza casa a Roma”. In particolare, “sugli effetti dell’articolo 5 del Piano Casa del ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi, che, oltre a negare le residenze nelle occupazioni abitative, impedisce tra l’altro anche l’iscrizione a scuola dei bambini”. Per questo, concludono, “non molliamo la presa: i 40-50 occupanti resteranno negli uffici dell’Anagrafe fino a quando avverrà l’incontro”.

 

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