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Al via la Climate week. I giovani ai leader mondiali: spiegateci perché avete fallito

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Il 23 settembre il Climate Action Summit Onu e il 27 sciopero globale per il clima.

Guterres: «I popoli vogliono soluzioni, impegni e atti». Italian Climate Network. «siamo tutti Gretini».

Il terzo Sciopero Globale per il Futuro è fissato per il 27 settembre, ma già oggi in tutto il mondo sono iniziati i Friday for Future che danno il via alla Climate Week  e gli studenti sono già scesi in piazza in Oceania e Asia per gridare a gran voce che la crisi climatica sta arrivando e dobbiamo fare tutto il possibile per fermarla. Come dicono a Friday for Future Italia, «Siamo in una vera e propria emergenza e dobbiamo agire di conseguenza!»

Côme Girschig dell’Ong Jac, che rappresenterà i giovani francesi all’UN Climate Action Summit, ha detto che  «Quel che non ci si può più attendere dai capi di Stato sono delle dichiarazioni. Adesso fanno delle dichiarazioni tutti i giorni. Siamo arrivati a una saturazione mediatica che era necessaria all’inizio ma questo lavoro è già stato fatto. Abbiamo bisogno di azioni, di cose concrete, delle decisioni che vadano davvero nel senso giusto. Ormai, quel di cui abbiamo bisogno è un’attuazione dell’Accordo di Parigi na anche e soprattutto di una riflessione sul post-sviluppo sostenibile. Il modo in cui è stato concepito dopo il rapporto Brundtland del 1987 non ha chiaramente rivoluzionato la nostra relazione con l’ambiente, Ci occorre un Brundtland 2. Evidentemente, non sono contro una dichiarazione solenne, ma questa non cambierà fondamentalmente l’orientamento politico mondiale in materia di lotta contro la deregulation climatica e le molteplici altre conseguenze dell’attuale ordine economico».

La pensa così anche il segretario generale dell’Onu  António Guterres  che, a tre giorni dall’UN Climate Action Summit. conta molto sulla spinta dei giovani e ha nuovamente detto di aspettarsi che  »Gli stati diano prova di maggiore ambizione e di azione e che tengano conto delle attese dei popoli».

Il 17 settembre ha preso ufficialmente il via la 74esima sessione dell’Assemblea generale dell’Onu che discute di diverse questioni urgenti: la minaccia del cambiamento climatico, le ineguaglianze crescenti, l’aumento dell’odio e dell’intolleranza e un numero allarmante di sfide che mettono a rischio pace e sicurezza.

Guterres ha avvertito che «Il mondo si trova in un momento critico. Di fronte a queste sfide, l’Onu sottolinea che il mondo ha bisogno di più cooperazione internazionale, ma questo non si produrrà semplicemente dicendolo. La più grande sfida posta ai leader è alle istituzioni è quella di dimostrare che si preoccupano dei problemi che incontrano i popoli e che mobilitano le soluzioni per rispondere alle loro preoccupazioni».

Il capo dell’Onu ha ribadito che «Il mondo non ha tempo da perdere. Stiamo perdendo la corsa contro il cambiamento climatico. Il nostro mondo non rispetta gli Obiettivi di sviluppo sostenibile e c’’è il pericolo di guerre commerciali e di vere e proprie guerre, così come della proliferazione dei discorsi di odio e delle armi di distruzione di massa. Le tensioni sono al culmine e le persone comuni pagano sempre il prezzo più elevato. E’ arrivato il momento di assopire le tensioni e questo non è così importante da nessun’altra parte come nel Golfo  (Persico – Arabo). E’ l’ora del dialogo e delle soluzioni politiche in Libia, nello Yemen, in Siria, tra Israele e la Palestina, in Afghanistan e in Sud Sudan. Bisogna che la settimana di alto livello non sia dedicata a discussioni tecnocratiche o a bei discorsi. Ho detto ai leader di non venire con dei discorsi complicati, ma con degli impegni concreti. Date la priorità alle persone, ai loro bisogni, alle loro aspirazioni, ai loro diritti. Le persone vogliono delle soluzioni, degli impegni, delle azioni».

Parole che risuonano nella visionaria concretezza e nel pragmatismo di un movimento di globale di giovani per l’ambiente che non chiede di essere ascoltato ma che siano ascoltati gli scienziati, che ha fatto della scienza e di una visione planetaria del futuro la sua lotta e speranza. Girschig  ha detto che se dovesse dare un messaggio ai leader mondiali che si riuniranno a New York, «Questo non sarebbe “assumetevi la responsabilità dei vostri errori”  ma “spiegateci i vostri errori”. Andrò là per imparare, penso che la questione della responsabilità di rendere conto da una generazione all’altra sia legittima. Il club di Roma ha già 50 anni, le persone erano coscienti dei problemi ma può essere che nell’emergenza non fossero pronte ad assumere politicamente i loro impegni. Non voglio che vengano a scusarsi, ma che vengano a spiegarci per quale ragione hanno fallito. Il peggiore degli errori sarebbe non comprendere i loro».

Come ricorda  Italian Climate Network, «Lunedì 23 settembre Greta Thunberg sarà a New York per il Climate Summit, (e con lei anche la nostra Chiara Soletti, che parteciperà ai lavori preparatori del Summit dal 21 al 22). Dall’agosto 2018, quando decise di scioperare da scuola e sedersi sotto il Parlamento svedese, le azioni promosse dalla giovane attivista hanno avuto grande risonanza. A livello globale nel primo sciopero mondiale del 15 marzo 2018 le conversazioni green online hanno registrato il secondo picco dopo quelle relative alla decisione del Presidente americano Donald Trump di ritirare gli Stati Uniti dall’accordo di Parigi siglato nel 2015».

Per questo è proprio attraverso una campagna social che Italian Climate Network ha deciso di invitare tutti a essere vicino a Greta e a “metterci la faccia” e spiega che «Il meccanismo è molto semplice: basta scattarsi un selfie con la scritta GRETINO o GRETINA, pubblicarlo sui social inserendo l’hashtag #SiamoTuttiGretini e invitare i propri contatti a fare lo stesso. La pagina web siamotuttigretini.com dedicata all’operazione spiega il progetto e contiene un video manifesto per fare awareness sul cambiamento climatico e una gallery dei selfie.

Serena Giacomin, presidente di Italian Climate Network, spiega: «#SiamoTuttiGretini è una campagna di sensibilizzazione sulla crisi climatica in risposta agli attacchi dei negazionisti verso Greta Thunberg, una figura diventata simbolo del Cambiamento Climatico e alle conseguenze che esso avrà su tutti gli aspetti delle nostre vite – dichiara – I negazionisti del cambiamento climatico sono ancora tanti e hanno preso di mira Greta, arrivando a definirla #gretina. Noi vogliamo ribaltare il significato di questo insulto, per coinvolgere quante più persone possibili in una campagna di solidarietà e sensibilizzazione sui temi ambientali. Il tema ambientale deve entrare a far parte del dibattito pubblico perché riguarda tutti da vicino e non è più un argomento che può essere trascurato e sottovalutato».

Personaggi famosi, volti televisivi e influencer hanno aderito e invitano i loro fan a fare lo stesso, tra questi: Elio di Elio e le Storie Tese, Il Terzo Segreto di Satira, Ilaria Fratoni e Stefania Andriola di Meteo.it, Judith Jacquet di Icona Clima, Luca Perri Rai Scuola, Filippo Thiery Geo-Rai3, Massimo Polidoro Segretario Nazionale CICAP, Isabella Eleodori di Radio Monte Carlo, Max e Tobia di Radio Freccia – RTL e Vic di Radio Deejay. Alla campagna ha inoltre aderito il movimento “Milano per il Clima”.

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