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Gas, il ruolo della Russia nella crisi europea delle bollette spiegato dalla Iea

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«La Russia potrebbe aumentare le consegne in Europa di almeno un terzo, questo è il messaggio chiave»

La crisi energetica in corso in Europa sta portando a un intenso rialzo delle bollette energetiche, sia per le famiglie sia per le imprese, e la Russia sembra giocare un ruolo di primo piano secondo quanto dichiarato al Financial Times da Fatih Birol, il direttore esecutivo dell’Agenzia internazionale dell’energia (Iea).

«Riteniamo che ci siano forti elementi di rigidità nel mercato del gas europeo a causa del comportamento della Russia – ha dichiarato Birol – Vorrei notare che i bassi flussi di gas russo di oggi verso l’Europa coincidono con l’intensificarsi delle tensioni geopolitiche sull’Ucraina: la Russia potrebbe aumentare le consegne in Europa di almeno un terzo: questo è il messaggio chiave».

In settimana è atteso un voto del Senato Usa per imporre (o meno) sanzioni sul gasdotto Nord Stream 2, che collega la Russia alla Germania bypassando proprio l’Ucraina che teme così di perdere potere negoziale, mentre ai confini del Paese – che teme un’invasione da parte di Mosca – sarebbero stanziati circa 100mila soldati russi.

Gazprom (ovvero la compagnia statale russa del gas) è impaziente di ottenere l’approvazione per l’avvio di Nord stream 2, costato 11 miliardi di euro e completato lo scorso settembre ma ancora non attivo in attesa della conformità del progetto alla direttiva Ue sul gas; nel frattempo «la Russia ha insistito a lungo sul fatto di aver adempiuto a tutti i suoi contratti di fornitura di gas a lungo termine all’Europa, ma è stata accusata da politici e analisti di trattenere le forniture dallo scorso anno, limitando le vendite spot che un tempo erano prontamente disponibili», riporta il Financial Times.

Non solo: secondo la Iea la Russia, oltre a trattenere almeno un terzo del gas che potrebbe inviare in Europa, sta prosciugando gli impianti di stoccaggio sotto il suo controllo per rafforzare l’impressione di scorte limitate.

«In termini di stoccaggio, l’attuale deficit di stoccaggio nell’Ue è in gran parte dovuto a Gazprom», ha affermato Birol al Financial Times, sottolineando che lo stoccaggio totale è fermo a circa il 50% della capacità rispetto al 70% normalmente registrato in gennaio: «I bassi livelli di stoccaggio nelle strutture dell’azienda con sede nell’Ue rappresentano la metà del deficit europeo, anche se lo stoccaggio di Gazprom rappresenta solo il 10% della capacità di stoccaggio totale dell’Ue».

Le dimensioni del problema sono ancora più chiare se poste in una prospettiva più ampia: il 41,1% del gas naturale consumato in Europa proviene dalla Russia, percentuale che sale al 47,1% (dato Eurostat 2019) nel caso dell’Italia.

Un contesto geopolitico di forte dipendenza, che è possibile ridurre in modo strutturale diversificando gli approvvigionamenti energetici puntando sulle rinnovabili – per gli italiani raggiungere gli obiettivi Ue al 2030 significherebbe risparmiare 31 mld di euro all’anno solo nelle bollette elettriche –, un fronte sul quale il nostro Paese ancora arranca.

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