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Roma, “violenze e ricatti” così i clan gestivano le case Ater

                                                                        

L’allarme del commissario straordinario Tamborrino, audito in Commissione Regionale Antimafia. Compravendite di alloggi regionali e occupazioni abusive della famiglie Casamonica, Di Silvio e Spada.

Un mondo parallelo si muove all’ombra della gestione del patrimonio immobiliare della Regione messo a disposizione delle famiglie indigenti. È la criminalità organizzata a gestirlo. A dirlo in modo chiaro e nitido è commissario straordinario Ater Tommaso Tamborrino, ascoltato in Commissione speciale della Regione Lazio sulle infiltrazioni mafiose e criminalità organizzata.

Un business fatto non solo di ricatti e sopraffazione per occupare l’alloggio, ma addirittura un lucroso affare nella compravendita degli immobili regionali in mano alla mafia. I nomi delle famiglie che lo gestiscono sono sempre gli stessi: Casamonica, Di Silvio e Spada. Il drammatico portrait è emerso dall’audizione della Commissione, presieduta dal generale Baldassarre Favara e fortemente voluta dalla consigliera Marta Bonafoni (Sel) e da Gianmpiero Cioffredi (Pd) dell’Osservatorio sulle mafie nel Lazio.

Una situazione molto grave quella illustrata da Tamborrino, che si occupa di circa 48mila alloggi. “Abbiamo riscontrato nella gestione degli anni passati un certo disordine amministrativo e contabile nell’azienda e una carente attività di denuncia di tutte le occupazioni abusive – ha spiegato il commissario – Recentemente, invece, è cominciato un processo di razionalizzazione per censire puntualmente tutti gli alloggi e i relativi occupanti, che sta dando buoni risultati. Solo dal settembre 2015 al febbraio 2016 – ha proseguito Tamborrino – l’Ater ha trasmesso all’autorità giudiziaria 72 notizie di reato di occupazione abusiva, si tratta dei casi più gravi”. L’analisi è poi scesa nel dettaglio, dando una connotazione geografica del business criminale degli alloggi.

“La sensazione che abbiamo in Ater Roma è che, progressivamente, alle occupazioni abitative prima gestite a livello “politico” legate al disagio sociale, si sta avvicendando il potere criminale”. E “se è vero come è vero che laddove possiamo parlare di mafia o paramafia dobbiamo prevedere paura o intimidazione, vi dico che sta arrivando sul tema del diritto alla casa anche l’azione intimidatoria e la paura di chi sta nelle case Ater”. Inequivocabile Tamborrino: la mano della mafia c’è. Emblematico il caso della famiglia Casamonica: 30-40 alloggi tra Torre Gaia, Casilino e Spinaceto sono occupati da loro, fa sapere in Commissione. “E la situazione a Ostia con gli Spada?”, chiede la consigliera e vicepresidente della commissione Marta Bonafoni. “Ci sono cantine e box dell’Ater a Ostia Nuova usati come deposito di droga e armi”.

Infine il fenomeno della compravendita. Che Tamborrino spiega con un esempio. “Una casa Ater acquistata a 100 euro nell’anno X può essere rivenduta nell’anno Y a 100mila. È evidente che laddove c’è

 una convenienza economica come questa, il discorso diventa appetibile per la criminalità. Questo fenomeno esiste e sono portato a pensare che anche qui vi sia l’entrata a gamba tesa della malavita”.
Come intervenire dunque per contrastare questa gestione parallela? “La conoscenza e la geografia criminale nel mondo abitativo – ha spiegato Bonafoni – ci permetterà di stare col fiato sul collo a queste famiglie e di ripristinare la legalità”.

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