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Piano Casa: in quali Regioni è ancora in vigore?

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Nessun Piano Casa per Emilia Romagna, Sardegna e Lombardia. Mentre molte Regioni hanno prorogato fino a dicembre 2015, altre hanno introdotto delle novità importanti e proroghe fino al 2017.

 

Se in Emilia Romagna, Sardegna e Lombardia è già scaduto da un po’ di tempo, altre Regioni hanno invece deciso di prorogarlo per uno o addirittura due anni. Stiamo parlando del Piano Casa sugli ampliamenti edilizi e le ricostruzioni introdotto nel 2008 dal Governo Berlusconi ed ancora oggi in vigore in alcune Regioni e addirittura permanente in altre (Umbria, Valle d’Aosta e Provincia di Bolzano).

ULTIME PROROGHE. Le ultime Regioni ad aver deciso di prorogare in ordine di tempo il Piano Casa sono state Calabria, Abruzzo, Puglia, Piemonte e Marche.

Nello specifico, in Calabria il Piano è stato prorogato fino al 31 dicembre 2016, mentre in Abruzzo si è deciso di posticipare di un anno il termine per la presentazione delle domande (31/12/2015).

In Puglia, invece, oltre la proroga al 31 dicembre 2015 sono state approvate alcune novità come, ad esempio, il bonus del 20% di ampliamento rispetto alla volumetria esistente, ora applicabile anche agli immobili non residenziali con volumetria esistente prima dei lavori inferiore o pari a 500 metri cubi.

Infine, in Piemonte sarà possibile continuare a usufruire dei permessi di ampliamento ancora per tutto il 2015, mente nelle Marche – oltre allo slittamento dei termini al 31 dicembre 2016 – la nuova disciplina prevede il recupero e la trasformazione dei sottotetti.

LE ALTRE REGIONI. Ricordiamo che in Basilicata, Sicilia e Toscana la proroga del Piano Casa fino al 31 dicembre 2015 era già stata approvata nel 2014, mentre Campania eMolise già nel 2013 avevano votato positivamente per prolungare rispettivamente fino al 10 gennaio 2016 e al 31 dicembre 2015 il bonus cubature.

SCADENZA AL 2017 PER FRIULI, LAZIO e VENETO. Nel 2017 scadranno invece i Piani di Friuli Venezia Giulia, Veneto e Lazio.

Oltre alla proroga, il Lazio ha deciso di riscrivere quasi completamente il Piano Casa (leggi qui). Rispetto al Piano precedente, il nuovo prevede numerose modifiche, a partire dall’eliminazione della premialità di un aumento di cubature del 10% sulla volumetria dell’intero piano attuativo del piano regolatore per le costruzioni nelle aree libere edificabili. In tal modo la premialità consiste solo nel cambio di destinazione d’uso. Una seconda modifica di rilievo riguarda l’introduzione di norme che vincolano le risorse aggiuntive derivanti dal Piano casa alla realizzazione di opere e servizi per i cittadini: se non si potranno realizzare i servizi, secondo quanto stabilito dal Piano regolatore, è prevista infatti la cosiddetta “monetizzazione degli standard urbanistici”, ossia un pagamento sostitutivo vincolato alle modifiche introdotte. Per questo, inoltre, vengono cambiate le norme che andavano ad incidere sulla pianificazione urbanistica attraverso un sistema di deroghe – in particolare i cambi di destinazione d’uso – con relativo premio di cubatura, restituendo centralità alle Giunte e ai Consigli comunali.

IN VENETO EMANATA UNA CIRCOLARE ESPLICATIVA. In Veneto, invece, la riformulazione del Piano Casa che ha fissato la scadenza al 2017 è stata duramente criticatata, tanto che la Regione è dovuta intervenire con una circolare esplicativa che fornisce indicazioni al fine di superare eventuali dubbi interpretativi e rendere uniforme l’applicazione delle recenti norme regionali che reiterano il Piano Casa (L.R. n. 32/2013).

La circolare, che spiega dettagliatamente come si applica la legge, ha ottenuto il parere della competente commissione consiliare e sarà trasmessa ai comuni e alle Province sostituendo le precedenti (leggi qui).

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