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Casa: cala la proprietà, crescono gli italiani in affitto

RAGAZZI, STUDENTI CHE CERCANO CASA IN AFFITTO, GUARDANO I CARTELLI AFFITTASI ATTACATI SU UNA BACHECA

Nel 2014, il 71,2% delle famiglie è proprietaria dell’abitazione in cui vive, in calo rispetto al 73,4% dell’anno precedente. Al contrario cresce il numero di italiani in affitto dal 16,7% del 2013 al 18,7% dell’anno scorso. 
 
È quanto si legge nell’Annuario statistico 2015 dell’Istat in relazione alle condizioni abitative delle famiglie italiane. 
 
La quota delle persone in affitto nel Nord-ovest è più che doppia rispetto alle Isole (rispettivamente 22,7 e 11,1%), inoltre sono maggiormente diffuse nel centro area metropolitana (25,6%) piuttosto che negli altri comuni più piccoli (16%). Anche la spesa media per affitto risulta massima nei centri dell’area metropolitana (484 euro), per la ripartizione del Centro (461 euro); la spesa minima viene registrata nelle Isole (282 euro). 
 
Tra le famiglie che vivono in una casa di proprietà, quelle che pagano un mutuo rappresentano il 19,3% (in crescita rispetto al 16,6% del 2013); sono maggiormente diffuse nelle periferie delle aree metropolitane e nei comuni con 50.001 abitanti e più (20%), sebbene la rata media mensile più alta sia pagata nei comuni centro dell’area metropolitana (633 euro). Il Nord-est annovera la maggiore quota di famiglie proprietarie che pagano un mutuo (25,4%) e, allo stesso tempo, la rata media mensile più alta (631 euro). 
 
Fra le altre spese per utenze e servizi dell’abitazione, ad incidere maggiormente sulla spesa totale, è la bolletta per il gas e altri combustibili, per la quale le famiglie spendono in media poco meno di 70 euro al mese, con valori massimi pari a 87,66 nel Nord-est, assorbiti in maggior parte dalla voce relativa al riscaldamento. La seconda spesa, che rappresenta un’uscita considerevole nel budget familiare, è rappresentata dall’energia elettrica (con una media di 45,83 euro). Tale voce registra il suo valore massimo nelle Isole con valori pari a 52,86 euro; nella stessa ripartizione viene pagata anche la bolletta massima relativa alla raccolta dei rifiuti (in media pari a 20,67 euro). 
 
Con riferimento alle abitazioni, quelle occupate da persone residenti al 9 ottobre 2011 sono 24.135.177. Il 48% è stato censito nell’Italia settentrionale (28,2% nelle regioni del Nord-ovest, 19,8% in quelle del Nord-est), il 19,8% in quella centrale, il restante 32,2% nel Sud (21,4%) e nelle Isole (10,8%). Le abitazioni di proprietà di una persona fisica (non necessariamente appartenente alla famiglia che vi dimora), rappresentano il 93,3% delle abitazioni con residenti. Le restanti abitazioni risultano essere per il 2,7% di proprietà dell’Istituto autonomo case popolari (Iacp), per l’1,5% appartenenti a imprese o società, per l’1,3% di amministrazioni territoriali e, per il resto, con percentuali inferiori all’1%, di cooperative edilizie o di enti previdenziali. Le abitazioni servite da acqua potabile ammontano a 23.719.807 e rappresentano il 98,3% del totale. La ripartizione insulare presenta la percentuale più bassa rispetto alla media nazionale (93,8%), mentre nell’Italia del nord le quote salgono oltre il 99%. 
 
 
Le abitazioni che ricevono acqua potabile da acquedotto sono pari al 96,8%, il 2,8% la riceve da un pozzo e lo 0,6% da altra fonte. L’acqua calda è disponibile in 99 abitazioni su 100 e in quasi 70 di esse è prodotta esclusivamente dallo stesso impianto utilizzato per il riscaldamento. Nelle cinque ripartizioni italiane la percentuale di abitazioni con acqua calda prodotta in via esclusiva dall’impianto di riscaldamento dell’abitazione varia tra il 35,5% delle Isole e l’85,6% dell’Italia Nord-orientale. 
 
Le abitazioni con un impianto autonomo sono 15.717.341 e rappresentano il 71,3% delle abitazioni con almeno un impianto di riscaldamento. Il 22,1% delle abitazioni hanno un impianto centralizzato e il 24,4% apparecchi singoli fissi. Nelle due isole maggiori si osserva la percentuale più bassa (58,1%) di abitazioni con un impianto di riscaldamento di tipo autonomo e quella più alta (29,3%) di abitazioni che dispongono di apparecchi singoli fissi che riscaldano una parte dell’abitazione (come ad esempio camini) e di quelle che utilizzano apparecchi singoli fissi che riscaldano l’intera abitazione (15,6%). Negli ultimi quarant’anni le abitazioni, sia in affitto sia in proprietà, vedono diminuire il numero di occupanti. La curva relativa al totale delle abitazioni mostra come il numero medio di occupanti per stanza si sia ridotto, passando da 0,95 a 0,57; quindi, se nel 1971 ogni occupante una abitazione aveva mediamente a disposizione una stanza, nel 2011 la disponibilità arriva mediamente a circa 2 stanze.

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