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Alle periferie 200 milioni si comincia a risanare Roma, Torino e Catania

periferieROMA . Duecento milioni in tre anni per riqualificare le periferie. Matteo Renzi ci pensa da quando, a marzo, gliene ha parlato in un pranzo di lavoro Renzo Piano. Poco dopo la nomina a senatore a vita, l’architetto ha deciso di impiegare il suo stipendio di parlamentare per “G124″, un progetto per quelle che definisce «la città del futuro, quella dove si concentra l’energia umana e quella che lasceremo in eredità ai nostri figli». Sono stati assunti sei giovani professionisti, e nel corso di quest’anno sono nati tre progetti: il primo di riqualificazione del Viadotto dei Presidenti, nel quartiere Nuovo Salario di Roma; un secondo per la creazione di un parco a Borgata Vittoria a Torino; e un terzo per la riqualificazione del quartiere Librino di Catania. Il premier ora vorrebbe far suo questo progetto, am- pliandolo: «È una svolta attesa da anni. Riprendendo l’idea del «rammendo» delle periferie elaborato da Renzo Piano, — spiega il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini — il governo ora vuole investire risorse importanti su un grande piano, non solo per «riqualificare» ma per fare diventare le periferie urbane luoghi di innovazione, di creatività, di innesti di architettura contemporanea ». Il Mibact è parte attiva del progetto con una direzione creata ad hoc, “Arte, architettura contemporanea e Periferie urbane”. I 200 milioni che il governo intende dedicare al progetto potrebbero essere stanziati attraverso un emendamento alla Finanziaria, che dovrebbe essere depositato al Senato entro martedì. Tuttavia, spiegano fonti vicine al premier, Renzi pensa più a un “progetto specifico di Palazzo Chigi”, sotto la diretta supervisione del governo.

«Bisogna che le periferie diventino città ma senza ampliarsi a macchia d’olio — ha scritto Piano, presentando G124 — bisogna cucirle e fertilizzarle con delle strutture pubbliche». Proprio la linea che Enzo Bianco sta seguendo a Librino, un quartiere considerato particolarmente difficile, nella linea tracciata dai giovani collaboratori di Renzo Piano ma anche con l’importante contributo di alcune realtà locali: «Siamo partiti con una strada di collegamento tra una scuola e un campo di rugby, che era stato occupato abusivamente e che abbiamo affidato alla squadra locale, i “Briganti”. Questo primo progetto è stato affidato all’impresa Tecnis, che lo ha finanziato e e realizzato. Ma se adesso il governo decide di fare un investimento di questo tipo, possiamo fare molto di più. Librino potrà avere finalmente una piazza, abbiamo già individuato 45 ettari che diventeranno il più grande orto urbano che c’è in Italia. Quello che finora è stato solo un agglomerato di case può finalmente diventare una città». I fondi stanziati dal governo tuttavia non dovrebbero essere devoluti interamente ai 3 progetti targati G124, ma dovrebbero coinvolgere anche altre realtà urbane.

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