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DISAGIO ABITATIVO = DISAGIO SOCIALE’- DICHIARAZIONE DEL PRESIDENTE UNIAT UIL FABRIZIO PASCUCCI

'La questione abitativa torna a far parlare di sé. Urgente ripensare ad una concreta politica per la casa. '

Convegno Nazionale Uil Uniat Feneal

‘DISAGIO ABITATIVO = DISAGIO SOCIALE’

Roma, Cinecaffè – Casina delle Rose
ore 10.30 – 17.00

 

DICHIARAZIONE DEL PRESIDENTE UNIAT UIL FABRIZIO PASCUCCI

‘La questione abitativa torna a far parlare di sé.

Urgente ripensare ad una concreta politica per la casa. ‘

 

26.05.2011 Si è tenuto oggi, a Roma presso il Cinecaffè-Casina delle Rose, il Convegno Nazionale organizzato da Uil, Uniat e Feneal dal titolo “Disagio Abitativo = Disagio Sociale“.

 La questione nodale per il Presidente Uniat è l’assenza di un quadro di insieme nazionale sulla domanda abitativa, ‘non esistono – ha spiegato – piani di intervento regionale che fissino obiettivi, tipologie, risorse e azioni. In sostanza non si sa qual è la domanda abitativa e quanto pesa la domanda più debole.’ Per il Presidente Pascucci, dunque, la “questione abitativa” è tornata a far parlare di sé. ‘Secondo l’Istat la difficoltà di chi vede peggiorare la propria condizione abitativa riguarda 900.000 famiglie e 2.150.000 persone. Un ulteriore elemento di peggioramento della situazione – ha sostenuto – viene dal fenomeno degli sfratti cresciuto negli ultimi anni in modo preoccupante. Nel 2009 stati emessi 61.484 provvedimenti di sfratto,  dei quali l’83% è per morosità. Altro dato rilevante è che il fondo sociale per l’affitto si è ridotto del 70%, un taglio di 257 milioni di euro. Paradossalmente più passa il tempo e l’emergenza abitativa si aggrava, più le risorse per una politica di sostegno alla domanda debole diminuiscono.

E’ evidente – ha commentato il Presidente – come in questo contesto debbano emergere nuove linee di intervento da parte del soggetto pubblico da mettere in atto nei prossimi anni e che dovranno rispondere a tre emergenze: la salvaguardia di un mercato della casa in affitto per le famiglie a basso reddito (autoctone e extracomunitarie); l’ampliamento di un mercato dell’affitto per le famiglie a reddito medio e medio-basso, che non hanno casa di proprietà, a ‘prezzi’ ragionevoli; l’ampliamento del mercato dell’offerta di alloggi da compravendere a prezzi calmierati rispetto agli eccessi della fase ciclica immobiliare.

C’è bisogno – ha concluso Pascucci – di ripensare a nuovi modelli di intervento sostenibile che puntino alla diversificazione e alla segmentazione dell’offerta, alla qualità del prodotto edilizio e all’attenzione per il risparmio energetico; all’integrazione tra costruzioni, servizi, energia. Pensiamo al welfare dell’abitare che diviene elemento cruciale di inclusione nella nostra società rappresentando la soglia oltre la quale c’è l’emarginazione.’

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